AIMO - Attività di Ricerca Scientifica

 

L'Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare è da sempre impegnata nell'attività di ricerca e divulgazione dell'approccio medico integrato ortomolecolare. Alcuni progetti di ricerca non sono ancora stati pubblicati e sono riservati in ambito scientifico. Segue una breve descrizione degli ultimi progetti presentati alla stampa.

 

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Progetto Ipossia

 

clicca qui per vedere l'intervista con il prof.Panfili ed il diario della spedizione

 

Perché è importante studiare nuovi metodi per prevenire e curare l’ipossia?
Un fenomeno, quello della carenza di ossigeno, che si verifica naturalmente in alta montagna, creando quindi le condizioni di un vero e proprio 'laboratorio' di ricerca medica, con volontari sani, in cui possono essere seguite 24 ore al giorno le conseguenze dell’ipossia (la carenza di ossigeno circolante nel sangue) sul corpo umano.
Perché è importante studiare nuovi metodi per prevenire e curare l’ipossia? Tutti sappiamo che l’ossigeno è fondamentale per la nostra vita. Nessuna cellula del nostro corpo potrebbe sopravvivere a lungo senza il giusto apporto di ossigeno. Ed è risaputo che pochi minuti di assenza di ossigeno possono determinare un danno grave o addirittura irreparabile per il nostro cervello. L'ipossia gioca un ruolo importante nella patogenesi delle maggiori cause di mortalità quali, l'ischemia cerebrale, miocardica, le patologie cardiache e polmonari croniche e il cancro. E’ inoltre una condizione presente nelle persone affette da obesità grave.

 

 

La montagna come laboratorio di ricerca: intervista con il prof.Panfili

 

Obiettivi del progetto:

Obiettivi della spedizione e della ricerca del prof Panfili e della sua equipe è stato quello di verificare che a bassa quota, la massima prestazione fisica dei Tibetani, determinata dalla misura del massimo consumo di ossigeno, non è significativamente diversa da quella di un gruppo di Nepalesi coetanei, con le stessa caratteristiche fisiche.
E’ noto infatti che nativi di livello del mare acclimatati all’alta quota vanno incontro ad una serie di adattamenti che esitano in una riduzione del massimo consumo di ossigeno con l’altitudine. Tibetani nati e residenti in alta quota, al contrario, sembrano avere un massimo consumo di ossigeno simile a quello di individui con analoghe caratteristiche, nativi di livello del mare. Ciò sembra indicare un diverso adattamento dell’organismo alla ipossia. Il riscontro di valori di massimo consumo di ossigeno simili nei Tibetani nativi dell’alta quota appena arrivati a bassa quota e Nepalesi potrebbe essere una prova indiretta del fatto che, contrariamente ai nativi di livello del mare acclimatati a quote molto elevate:
I Tibetani non sono penalizzati dall’ipossia. Tutto ciò riveste enorme interesse nell'ambito dello studio dell'antiaging essendo l'ascesa in montagna per eccellenza l'unico modello disponibile d'invecchiamento regressivo. Mano a mano che si sale verso le vette al di sopra dei 6000 metri i tessuti per carenza di ossigeno invecchiano per regredire prontamente quando si ridiscende.
 

 

La montagna, oltre ad essere un ambiente di ricerca unico e prezioso,

è anche un'occasione di raccoglimento spirituale

 

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